Popolata da circa 60.000 abitanti,
situata nella parte centro-orientale
della regione, a 330 metri sul livello
del mare, la città di Chieti sorge su
una collina che divide le acque del
bacino del fiume Aterno-Pescara (a nord)
da quelle del fiume Alento (a sud).
La città è costituita dalla parte antica, situata appunto sul colle, e dalla parte nuova, adagiata nella vallata a nord della collina ed estesa fino all'argine destro del fiume, la quale si è sviluppata seguendo prevalentemente l'impronta dell'antica via Tiburtina Valeria che la attraversa.
Gode di una favorevole posizione geografica, sia perché vicina alla riviera adriatica ed alle masse montuose della Majella e del Gran Sasso in una varietà di panorami unici per ricchezza e varietà di paesaggi, sia perché vicina alle principali reti di trasporto del versante adriatico del Centro Italia (autostrade A14 ed A25, tratte ferroviarie adriatica ed appenninica, aeroporto d'Abruzzo).
La città si estende su due livelli Chieti Alta e Chieti Scalo, quest'ultimo un agglomerato urbano sorto intorno allo scalo ferroviario e popolata sopratutto dai numerosissimi studenti universitari che frequentano il Campus dell'Università Gabriele d'Annunzio.
Storia:
Chieti è fra le più antiche città
d’Italia e le sue origini storiche si
confondono con la mitologia; si narra
infatti che essa fu fondata dall’eroe
Achille, che la chiamò Teate in onore di
sua madre; l’eroe è infatti
rappresentato, nello stemma del Comune,
su di un cavallo rampante, mentre regge
una lancia ed uno scudo su cui è
raffigurata una croce bianca su campo
rosso con quattro chiavi, che
probabilmente rappresentano le quattro
porte d’ingresso dell’antica Chieti.
Altre nozioni sulle leggendarie origini
di Chieti ci narrano che essa fu fondata
dai Pelasgi in onore della ninfa Teti;
secondo gli scritti del Nicolino essa fu
invece fondata da Ettore 494 anni prima
della nascita di Roma; ancora, secondo
lo storico greco Strabone, la città fu
fondata dagli Arcadi e inizialmente
denominata Tegeate. Quel che è certo è
che Chieti, l’antica Teate Marrocinorum,
fu la capitale del bellicoso popolo dei
Marrucini, che si distinsero per i duri
combattimenti contro Roma conclusi con
un trattato di pace; da quel momento i
Marrucini divennero fedeli alleati dei
Romani, offrendo loro appoggio militare
in numerose ed importanti battaglie
(contro Pirro, contro i Galli Cisalpini,
contro Perseo, contro Annibale ed
Asdrubale). Nel 91 a.C. Chieti entrò
definitivamente nell’orbita romana: fu
eretta a Municipio e divenne il
principale centro economico della
regione arrivando a contare oltre 60.000
abitanti, una popolazione di tutto
rispetto per l'epoca. A seguito del
crollo dell’Impero Romano, Chieti fu
distrutta dalle ondate barbariche di
Visigoti ed Eruli, ma tornò ad avere un
ruolo predominante sotto la dominazione
dei Longobardi che la fecero Gastaldato
di dominio regio, finché non fu
distrutta da Pipino e rimase per due
secoli alle dipendenze del Ducato di
Benevento. In seguito, sotto il
controllo dei Conti Normanni, la città
tornò a conoscere popolosità e dinamismo
e continuò a far valere il proprio ruolo
di preminenza anche sotto la dominazione
sveva. Con gli Angioini e soprattutto
con gli Aragonesi, conobbe un ulteriore
periodo di grande sviluppo e fu posta a
capo di tutti gli Abruzzi con diritto di
battere moneta propria. La Cattedrale di
San Giustino nel Seicento assunse la
conformazione urbanistica che
fondamentalmente ancora oggi la
contraddistingue e che fu favorita dal
potere ecclesiastico che in epoca di
Controriforma si prodigò nella
costruzione di imponenti edifici, tra
cui il Palazzo del Seminario Diocesano,
che si aggiunsero ad altre importanti
opere erette principalmente il secolo
prima (Torre Arcivescovile,
ammodernamento della Cattedrale di San
Giustino).
Nel 1656, a seguito di una grave
epidemia di peste, la città vide ridurre
drasticamente i cittadini eletti del
Parlamento teatino, i quali avevano il
compito di eleggere il Camerlengo e i
Magistrati, che erano i principali
addetti alla pubblica amministrazione.
Nella seconda metà del XVIII secolo
tornò a svilupparsi un certo dinamismo,
soprattutto culturale, che portò
all’istituzione di scuole ed accademie
(in questo periodo lo storico e poeta
Federico Valignani fonda la nota Colonia
Tegea) con conseguente incremento dello
sviluppo del patrimonio artistico.
Nell' Ottocento ebbe inizio
l’occupazione francese, nonostante il
popolo teatino fosse stato tra quelli
che più ardentemente avevano espresso
posizioni antifrancesi; nel 1806 i
Francesi costituiscono la città in
piazzaforte, arricchendola di nuove
strutture amministrative.
Nel periodo risorgimentale molti teatini
si distinsero per il loro contributo
alla lotta per l’unificazione e molti di
essi pagarono col carcere e la
persecuzione, ma infine, nel 1860, la
città accolse in modo trionfale il Re
Vittorio Emanuele II proclamando la sua
annessione al Regno d’Italia.
In epoca storica recente la città di
Chieti si è distinta per la notevole
evoluzione urbana che si è compiuta
soprattutto nella zona dello Scalo, il
cui sviluppo industriale è stato ed è
molto fiorente ed ha permesso a Chieti
di inserirsi di diritto fra le più
importanti realtà economiche d’Abruzzo.
Ciononostante l’incremento economico
della città ha ancora ulteriori e
notevoli margini di miglioramento in
attesa di trovare sviluppo tramite
politiche più dinamiche e moderne.
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