La Provincia dell'Aquila conta circa 300.000 abitanti con capoluogo a L'Aquila. È una provincia interna, senza sbocchi sul mare. Confina con la Provincia di Teramo a nord, con la Provincia di Pescara e la Provincia di Chieti a est, con il Molise (Provincia di Isernia) a sud-est e con il Lazio (Provincia di Frosinone, Provincia di Roma e Provincia di Rieti) a ovest.
Molto antica ed interessante è la disputa se la denominazione corretta di questa provincia sia Provincia di L'Aquila o Provincia dell'Aquila. Come riportato nel Regio Decreto del 23 novembre 1939-XVIII n. 1981 il nome del comune è L'Aquila ed il nome della provincia è Provincia dell'Aquila, ciò perché, anche se in apparenza può sembrare non corretto, era pratica di uso comune definirla in quella maniera.
Storia:
Fondata per progetto dell’imperatore
Federico II di Svevia intorno al 1230
col nome di Aquila, divenne Aquila degli
Abruzzi nel 1861 e, nel 1939, per
decreto del Ministero dell'Interno,
L’Aquila.
Secondo alcuni ricercatori, nelle
intenzioni del suo fondatore Federico II,
la città avrebbe dovuto essere la nuova
Gerusalemme e, per una più recente
teoria (dovuta a Luca Ceccarelli), gli
edifici più importanti della città
furono costruiti in modo da ripetere il
disegno della costellazione dell'Aquila.
L’Aquila è città particolare, unica nel
Medioevo italiano, nata non per una
casualità ma per progetto secondo un
disegno armonico che non trova
precedenti nella storia
dell'architettura urbana (un caso
simile, nel 1703, fu la nascita di San
Pietroburgo). Fu costituita dall'unione
di molti villaggi della zona (99,
secondo la tradizione locale), ognuno
dei quali costituì un quartiere che
rimase legato al villaggio-madre e fu
considerato parte dello stesso per circa
un secolo. Ma il cabalistico legame tra
la città ha aspetti ancora più intimi
connessi alla geometria sacra e alla
numerologia. Le coordinate geografiche
del centro della città (il Duomo)
misurano una latitudine 42,21° -
longitudine 13,23° (99). Nella nuova
città demaniale i cittadini dei castelli
inurbati dentro le mura (intus moenia) e
quelli rimasti nei castra d'origine
(extra) mantengono gli stessi diritti
civici e nell’uso delle proprietà
collettive, come pascoli e boschi. |